25° Congresso Nazionale UIF

Arco (TN) 23 -27 Aprile 2014

Una giornata con i congressisti tra natura, neve e musei

di Benedetto Fontana

Espletati gli obblighi istituzionali di relazioni del presidente nazionale, del segretario, dei consiglieri, degli esperti e quelli di approvazione di bilanci consuntivi e presuntivi ci si ritrova, dopo sveglia alle 7:00 e colazione, sul pullman per una gita culturale/paesaggistica lungo valli, colline e  monti del Trentino.  Si parte ovviamente da Arco, sede del XXV Congresso Nazionale UIF, cittadina sviluppatasi a forma di arco (e di cui il nome secondo alcuni) attorno alle pendici della rupe dell’antico castello medievale che domina l’intera valle dell’Altogarda. Secondo altri il nome deriverebbe dal latino Arx, arcis (rocca) per la presenza dell’importante fortificazione, difesa da possenti mura e da un buon sistema di avvistamento grazie alle due torri Renghera nella parte più alta e Grande. Armati di macchine fotografiche ed obiettivi di varie focali, si va per un bucolico paesaggio dominato da grigie rupi calcaree e campi a terrazzo.   I pullman si dirigono verso la Valle del Sarca ove enormi macigni sembrano spinti e rotolati dalle cime per obbligare ad un percorso tortuoso. Il lungo profilo delle montagne circonda un paesaggio ampio e misterioso e le pareti di roccia a picco sulla valle nascondono borgate e paesi : Dro, Drena, Cavedine, Lasino. Su un’altura rocciosa - oltre il bosco di querce, lecci e faggi secolari - appaiono nobili ed immobili le mura dell’antico Castel Madruzzo con le torri di Gunpone e Boninsegna, con la chiesetta dedicata a San Nicolò contenente affreschi e dipinti oltre che stemmi della famiglia e del principe vescovo Cristoforo Madruzzo, circondato da un parco di 12 ettari con interessanti varietà arboree. La parte cinquecentesca è in buone condizioni ed in parte abitabile mentre la parte più antica del X sec è in precarie condizioni e meritevole di restauro strutturale. Le vallate del Trentino, come quelle dell’Alto Adige, sono state da sempre le porte del più facile accesso, per gli invasori barbari, alla valle padana e non stupisce la quantità di castelli, sorti sulle fondamenta di antiche fortificazioni rudimentali già costruite in posizioni strategicamente importanti. Con l’avvento degli Asburgo gli antichi castelli medievali si trasformarono in sontuose case gentilizie ed, ancor oggi, molti sono abitati o trasformati in alberghi e ristoranti.Si raggiunge dopo numerosi tornanti, a quota 1650 mt, la zona panoramica del Monte Bondone per qualche foto di gruppo, per respirare un po’ d’aria buona circondati da tanta neve primaverile (diversi gli sciatori ancora presenti) e per ammirare di fronte  le incantevoli Dolomiti del Brenta. Risaliti sul pullman, si prosegue per Vaneze e Sardagna, sempre per un percorso tortuoso (noto per la corsa automobilistica Trento-Bondone inserita nel Campionato Europeo della Montagna e per le tappe del giro d’Italia e del Trentino), e si raggiunge infine Trento per la visita della città e per il pranzo. Trento, nell’ampio fondovalle dell’Adige dove sbocca la Valsugana,  coronata dalle imponenti montagne del Bondone e della Paganella, ha origine antichissime ed è un gioiello artistico ed architettonico ma la storia religiosa vi ha lasciato l’impronta più notevole per il famoso Concilio ecumenico della Controriforma cattolica (XVI sec). Il Duomo di San Vigilio, di stile romanico-gotico, eretto su una base cimiteriale del VI sec da maestri comacini e campionesi che si susseguirono nei lavori, fu completato nel ‘500 e conserva il Crocifisso davanti al quale furono promulgati i decreti del Concilio. Nella piazza antistante, ornata dalla settecentesca Fontana del Nettuno, si affaccia anche  il duecentesco Palazzo Pretorio con le sue bifore e trifore che ospita il museo del Duomo con i suoi magnifici arazzi fiamminghi del ‘500, altari intagliati, tavole, dipinti e reperti del Concilio.Dopo ampio ristoro con piatti tipici regionali ed ottima birra artigianale locale, il tour prosegue con la visita al “Muse”, Museo delle Scienze di Trento che ha attratto l’attenzione dei congressisti per circa due ore e mezzo per l’ottima struttura organizzativa e conservativa. Non si è trattato del solito  museo classico, un luogo, cioè, dove il visitatore sfila davanti a reperti in vetrina. Ideato dall’architetto Renzo Piano, l’allestimento prevede oggetti esposti sospesi con cavi sottili. L’effetto è scenografico: tavoli, ripiani, pannelli, monitor e foto, alternati a rettili volanti di ogni genere sono agganciati al soffitto o al pavimento con tiranti d’acciaio e sembrano fluttuare nell’aria. L’allestimento, chiamato il Grande vuoto, unisce i sei piani ed è anche arricchito da effetti sonori.  Al quarto piano  il grande tunnel Esperienza glaciale” è costituito da uno spazio multivisione lungo 10 metri all’interno del quale il visitatore si trova a vivere l’esperienza del volo sopra le Alpi, l’esperienza delle discese mozzafiato lungo pareti estreme ed anche quella terribile delle valanghe. Ciò grazie ai filmati a 360° che ricreano tali situazioni arricchite da effetti dolby surround.  Vicino al tunnel, sempre al quarto piano, c’è un “ponte attrezzato”: un percorso di alta montagna con roccia e ghiaccio vero; un’esperienza da brivido che coinvolge tutti i sensi, dato che la prospettiva è libera sui 5 piani sottostanti. Al terzo piano, il “Labirinto della biodiversità”, dedicato al bosco, dà modo al visitatore di affacciarsi su diversi panorami alpini per toccare con mano i diversi eco-sistemi che li caratterizzano. Accanto, la “Discovery room accoglie gli ospiti più piccoli (4/8 anni): uno spazio attrezzato li aiuterà a scoprire il mondo naturale attraverso tutti i sensi.Al primo piano, la “Time machine”: una grotta multimediale con all’interno le scene di vita preistorica rappresentate sia sulle pareti che sugli schermi posti al centro: qui, illuminato da un suggestivo fuoco, viene ricreato un rito sciamanico ambientato nel sito preistorico di Riparo Dalmeri (santuario della preistoria alpina risalente a circa tredici mila anni  fa). Tantissimi i laboratori di ricerca dove ci si può anche intrattenere con gli esperti per essere accompagnati alla scoperta di fenomeni scientifici e naturali.Si riparte alle 18:00 da Trento per la “Valle dei Laghi”: Vezzano, il Lago di Santa Massenza, il Lago di Toblino, il Lago di Cavedine ed il  Biotopo Marocche di Dro. Rientro, infine, nella gradevole Arco stanchi ma ampiamente soddisfatti e riconoscenti verso organizzatori ed accompagnatori.

 

 

Panorama di Arco con il Castello ( Foto Rodolfo Tagliaferri )

 

La fontana di Arco ( Foto Rodolfo Tagliaferri )

 

Il  Castello  ( Foto Stefano Romano )

 

La rocca di Arco  ( Foto Benedetto Fontana)

 

Veduta della Chiesa ( Foto Stefano Romano )

 

La Piazza di Trento (Foto Stefano Romano )

 

Gruppo nella Piazza di Trento ( Foto Stefano Romano )

 

Interno Duomo di Trento ( Foto Sergio Buttà )

 

Il "Muse",Museo delle Scienze di Trento ( Foto Stefano Romano )

 

L'arrivo dei congressisti sulle montagne innevate del Bondone ( Foto Pino Romeo )

 

Paesaggio invernale sul Bondone ( Foto Pino Romeo )

 

La vallata innevara ( Foto Benedetto Fontana )

 

Riva del Garda ( Foto Stefano Romano )

 

La valle dei laghi ( Foto Benedetto Fontana )

 

La cascata del Varone ( Foto Domenico Di Vincenzo )

 

 

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