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Reportage                         Rod�lf� Ta��ia��r��





























                               La villa di Bellavista









            ’imponente edificio, situato nel Comune di Buggiano, risulta compreso
            fra la via provinciale Livornese, quella comunale di Bellavista e quella
        Lvicinale del Castello. La costruzione rappresenta un’interessante te-
        stimonianza della tipologia tipica delle residenze di campagna della nobiltà
        dell’epoca, 1695, anche se si distingue da queste per quel suo avvicinarsi
        a modelli di fortezze o castelli fortificati. Sono infatti le quattro torri poligo-
        nali, disposte agli angoli, che richiamano l’imponenza e la caratteristica dei
        castelli, pur nascendo semplicemente come elementi decorativi, estetici e
        funzionali. La Villa è composta da tre piani fuori terra ed un seminterrato,
        ed è raccordata,  nei due prospetti principali,  a quattro torri con superfici
        curve che rendono l’insieme più armonioso e spezzano la rigidità dei modelli
        rinascimentali,  introducendo elementi curvi tipici del Barocco e conferen-
        dole, quindi, l’aspetto di grande scenografia. Queste torri sono rese ancor
        più severe ed imponenti dalle bozze in pietra serena, a ricorsi alternati, che
        ne marcano le angolature. Un altro elemento che caratterizza il complesso,
        riproponendo lo schema a fortezza, è costituito dalle due balconate con rin-
        ghiera in ferro, sostenute da mensole in pietra, che circondano tutto l’edificio.
        Queste balconate ripropongono i motivi dei camminamenti di ronda tipici  dei
        castelli.L’ingresso principale è messo in evidenza da un porticato con pilastri
        ed archi in pietra serena, che sostengono la terrazza principale. Il tutto è
        arricchito da lesene che scandiscono la facciata e, superando il cornicione di
        gronda, vanno ad inglobare l’orologio posto al centro di due grandi volute di
        raccordo. Sull’arco centrale del porticato é posto il grande stemma nobiliare
        del Feroni. Questo corpo centrale divide, quasi fosse un asse immaginario,
        la facciata della villa in due parti perfettamente simmetriche.  Dal porticato
        si accede direttamente al salone centrale da quale si sviluppano i percorsi di
        collegamento fra i vari ambienti che risultano, seguendo una tipologia tipica
        dell’epoca, contigui e quindi di passaggio in modo che le stanze, aperte una
        sull’altra, formino lunghe prospettive. Questa distribuzione rimane costante
        anche ai piani superiori. Su un lato del piano terreno, oltrepassata la gal-
        leria di rappresentanza, sono disposte le stanze “dell’alcova”, ossia le due
        camere principali con sculture in stucco a bassorilievo decorate in oro. Tutte
        le stanze del pianoterra presentano soffitti con volte affrescate così come
        gli infissi, le sopraporte e le soprafinestre. Possiamo ammirare, nei soffitti a
        volta dei vari ambienti il grande ciclo di affreschi del pittore fiorentino Piero
        Dandini, che descrive con preziose allegorie la storia e le gesta dei Feroni,
        primi proprietari della Villa e che lascia una testimonianza notevole di abilità
        e di qualità che lo confermano come artista di rilievo fra i pittori del tardo
        seicento fiorentino. Oggi la villa è sede del Museo Regionale dei Vigili del
        Fuoco.
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